Uno scalda acqua in  pompa di calore può essere combinato a un impianto fotovoltaico, a un solare termico o a un sistema con moduli ibridi termo-fotovoltaici.

Varie sono le alternative per sfruttare al meglio l’energia prodotta dal sole.

La pompa di calore è senz’altro il miglior mezzo su cui scommettere per ottenere il riscaldamento invernale e la climatizzazione estiva e anche l’acqua calda sanitaria da energia pulita.

Il tutto potendo contare su un notevole risparmio. Se lo scalda acqua viene  abbinato al solare, la soluzione permette di avere ancora più convenienza perché riesce ad aumentare al massimo l’energia rinnovabile sui fabbisogni quotidiani e familiari.

Se vogliamo garantire un futuro migliore sia a noi stessi che a chi verrà dopo di noi, andando in questa direzione, potremmo puntare ad arrivare  all’edificio “a energia quasi zero”.

Vediamo ora nello specifico cosa accade quando in un’abitazione è installato un impianto fotovoltaico. In questa precisa condizione, può essere utilizzata un’apposita funzionalità di cui sono dotati gli scaldacqua HP TSM 80 e 100.

Questa funzione denominata FV consente all’apparecchiatura nel caso il sistema fotovoltaico sia in produzione sopra un certo livello di potenza di bypassare i settaggi  e di sfruttare il più possibile l’energia prodotta localmente dall’impianto fotovoltaico  per riscaldare l’acqua sanitaria di consumo piuttosto che immettere l’energia elettrica in rete.

scaldabagno in pompa di calore newsun

Ecco cosa succede invece con l’integrazione tra pompe di calore e collettori solari termici.

Essa è finalizzata all’utilizzo dell’energia solare per la produzione di acqua calda sanitaria ma può risultare utile anche nell’incremento della prestazione della macchina. Ci sono due principali categorie di impianto: sistemi diretti e sistemi indiretti.

sistemi diretti integrano il circuito solare direttamente con la pompa di calore: il collettore solare corrisponde con l’evaporatore della macchina e il fluido termovettore circolante nel collettore solare è il fluido refrigerante stesso.

Il refrigerante evapora nel collettore solare e in questo modo l’energia solare assorbita verrà rilasciata verso l’utenza finale al condensatore.

Le condizioni ambientali giocano un ruolo fondamentale nel successo delle prestazioni del sistema così come la velocità di rotazione del compressore, le dimensioni del serbatoio di accumulo e la superficie del collettore.

Se dobbiamo pensare uno svantaggio che potrebbe derivare da questa combinazione si deve pensare al carico variabile immesso sul collettore solare: essendo soggetto a variazioni dell’irraggiamento (su scale temporali giornaliere e stagionali), la pressione e la temperatura di evaporazione sono variabili.

Ne consegue la necessita di utilizzo di un compressore a velocità variabile e di una valvola di espansione ad apertura che varia per non permettere l’ingresso di liquido nel compressore e mantenere in questo modo un adeguato grado di surriscaldamento all’uscita dell’evaporatore.